In seguito,

fu la miseria, preceduta dalla polvere, dalla sporcizia abbandonata lungo gli argini della strada, accumulata tra l’uomo e la bestia; entrambi vi stanno, stesi al riposo, come si sta nei propri candidi letti: trovate ora la differenza. E crederete forse, esso sia insulto peggiore che si possa porgere; vi sbaglierete poiché io ho trovato molta più umanità, ho trovato la verità nascosta in mezzo al lerciume per poi perderla nella strada di ritorno verso casa; l'ho scorta appena nelle lande desolate, nei visi stranieri che sempre più insistentemente puntavano i loro occhi neri suoi miei, domandandomi silenziosi: "cosa ci fai qui?" Ed io, che non avevo alcun valido motivo per essere lì se non farmi testimone della loro estraneità, ricambiavo i loro sguardi, colpevole di essere arrivata tanto lontana nel mondo per far di quella miseria, un vanto.

Lo spazio è lasciato ad uno stato di perenne incompiutezza, come se Dio non avesse mai concluso la sua grande opera di creazione ed avesse lasciato agli uomini che essi terminassero a loro piacimento, quella grande impresa. Lo stato di costante trasformazione al quale le cose sono tacitamente sottoposte, è in quei luoghi reso tangibile, visibile, fruibile, afferrabile; non vi è cultura dell’immortalità, nessuna tensione verso l’eterno: tutto nasce, respira, cresce ed infine muore. Dov’è la storia? Non nei palazzi, non nelle fontane, non nei musei; la storia la vedi scorrere sull’epidermide della gente, la vedi vestire dalle donne nei loro veli finemente decorati, la vedi oltre gli intonaci staccati dalle mura. La scopri nella tradizione che si passa ancora da padre a figlio, la tradizione di una cultura che sceglie, poiché non ha scelta, di perseverarla, giorno dopo giorno, generazione dopo generazione; la tradizione è viva, non sepolta sotto cumuli di travertino.

La storia si lascia trascinare dal vento, nei cunicoli delle strade affollate, nel silenzio dei templi, tra la steppa del deserto. I viaggiatori moderni non fanno altro che tentare di svelare l'antichità del mondo attraverso la bellezza, come se essa fosse la chiave per permeare l’anima più profonda del genere umano; e mentre noi incastoniamo dentro teche di cristallo il ricordo delle nostre epoche perdute, altri perpetuano, nel loro presente stato di esistenza, il passato ancestrale, in una giostra senza fine.

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