l'interpretazione dei fiori
C’era una volta l’Uomo, che viveva di ciò che la natura donava a lui ed agli altri essere viventi: coglieva i frutti e le piante, talvolta uccideva animali, calpestava la terra a piedi nudi, poi la raccoglieva e la modellava tra le sue mani. L’istinto lo guidava, null’altro, e così egli non sapeva di custodire il dono della contemplazione ragionata.
Un giorno, s'accorse di guidare, consapevolmente, il suo sguardo. S'accorse poi che egli era in grado di agire su cosa osservava.
Comprese che, nonostante anche gli animali avessero la capacità di creare, le loro opere si amalgamavano con l’ambiente circostante, esse vi si camuffano all'interno, poiché si confondevano con l'informe, il molle, l'impreciso. L’Uomo invece comprendeva la proprietà intrinseca di ogni elemento e non solo ne cambiava l’aspetto ma lo componeva ad altri, dando vita a forme e figure che la natura non era, sola, capace di concepire.